Siti pro-ana e pro-mia, cosa c’è dietro?

I siti pro-ana e pro-mia continuano a crescere in Italia, per questo è nato il progetto multidisciplinare ANAMIA, che ha indagato sulle dinamiche che si nascondono dietro questi siti

Siti pro ana e pro in crescita

Purtroppo i siti pro-ana e pro-mia sono una piaga che si fa fatica ad eliminare. Sono stati chiusi ripetutamente, ritenuti illegali e immorali, ma sulla piattaforma Tumblr continuano a fiorire e a inquinare la mente di migliaia di ragazze con consigli per digiunare e diventare sempre più magre.

Per questo motivo è nato il progetto multidisciplinare ANAMIA che ha indagato le dinamiche dietro questi blog e siti in ogni paese. A quanto pare infatti, dietro queste piattaforme si nasconderebbe una comunità che in alcuni casi è pronta a dare sostegno e conforto alle ragazze malate.

Paola Tubaro, docente della Greenwich University e coordinatrice del progetto, è stata intervistata da Lucilla Ines Martorana del sito VICE. Ha dichiarato:

Volevamo capire che cosa succede su questi siti, da chi vengono frequentati e quale sia il loro reale utilizzo. Ci interessava soprattutto il contesto sociale degli utenti, dato che è provato che i disturbi alimentari portano spesso alla desocializzazione. Volevamo capire se internet, grazie all’anonimato, rappresentasse un modo per ricominciare ad avere una vita sociale. Essendo create dalle persone malate stesse, queste piattaforme rappresentano un luogo di solidarietà e di sostegno reciproco. Abbiamo anche raccolto testimonianze di amministratrici che si sono attivate in prima persona a contattare la famiglia, o il pronto soccorso in casi più estremi, nel momento in cui si erano rese conto che un partecipante non stava bene.

Insomma, queste piattaforme potrebbero essere anche un luogo dove poter prendere coscienza del proprio problema, visto che le ragazze affette da disordini alimentari spesso tendono a nasconderlo. Certo, vanno valutati caso per caso, ma secondo gli autori del progetto, potrebbero anche essere utilizzati come strumento efficace per far sentire le ragazze meno sole.

Cosa ne pensate?

Riproduzione riservata